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Charta locandina per Taverna est.JPG

Venerdì 24 gennaio

Charta

di Bernardo Casertano,

Inizio spettacolo: ore 20:30

Sottoscrizione: 10€ (semplice), 12€ (sostenitori)

Prenotazioni: tavernaest@yahoo.it

WhatsApp: 3518037957 (NO CHIAMATE SOLO WHATSAPP)

quote pagabili tramite bonifico o contanti

Charta

Di e con Bernardo Casertano

Disegno luci Chiara Saiella

Una produzione Fortezza est e Teatro Akropolis

 

“La notte del 25 dicembre 1882 ..Carlo Collodi fece un sogno. Sognò che stava su una barchetta di carta in mezzo al mare e che c’era una tempesta. Ma la barchetta di carta resisteva, era una barchetta testarda con due occhi umani…”

 

Sogni di sogni, Antonio Tabucchi Charta, dal latino del termine carta è la storia di Pinocchio che diventa padre. La descrizione personalissima di un’incognita enorme. La visione di una esperienza, che tanto aascina, quanto spaventa. Il tentativo di descrivere la genitorialità, attraverso una metafora farsesca. Una prova impossibile da superare, ma possibile da arontare. Pinocchio che aronta la paternità con la natura che gli è più congeniale, quella di burattino, è disarmato al punto da assurgere a simbolo del racconto. Il glio per antonomasia che vuole diventare padre. “Quando Pinocchio impara a leggere diventa un essere mediocre, perde il legno e con esso l’inorganico, l’infanzia e si avvia a diventare un bambino perbene, cioè un cittadino che può esprimersi solo attraverso l’ottusità dei proverbi. Alla ne Pinocchio insegnerà a leggere al padre analfabeta con l’arroganza che è propria della paternità; nessuno è padre a un altro, del resto.” da Bene Crudele

 

Rassegna stampa:

“L'approccio alla relazione tra padre e glio, essenziale e fondativa della reciproca identità nella concezione freudiana che si illumina nelle suggestioni dell'antica tragedia, si rivela qui come il progressivo precipitare ed annegare in un abisso di incomprensibilità, assai più che di incomunicabilità, poiché la comunicazione si attiva ma tra due poli, due gorghi che si sovrappongono in un equivoco alternarsi di ruoli, ciascuno dei quali si nutre dell'altro ma insieme lo annulla, negandolo no all' omicidio ultra-simbolico. Ultimo capitolo di una trilogia con la quale Bernardo Casertano intende attraversare la condizione umana, in una sua sua declinazione dai forti accenti esistenzialistici, in “Charta” la paternità, e specularmente l'essere glio, è ltrata nel drammaturgico assemblaggio di due suggestioni all'apparenza contrapposte ma signicativamente complementari, cioè “Aabulazione” di Pier Paolo Pasolini e il “Pinocchio” di Collodi tramite Carmelo Bene, quasi questi ltri fossero due lenti poste l’una di fronte all’atra per illuminare un sentiero che improvvisamente si interrompe………. … Tutto questo dunque nella drammaturgia di Casertano, che cerca così di farsi accogliente nella sua dolorosa presenza scenica, quasi assediata dalle sagome di carta, in forma di Pinocchio, che aspettano solo di essere nalmente coperte di scrittura, ovvero nella sua recitazione spezzata, che un pò ricorda nello sguardo tangente e nelle sghembe traiettorie Carmelo Bene, quasi a sovrapporsi alla parola cui la voce si riuta di dare compiutezza sonora. Il drammaturgo usa con ecacia, attraverso la mescolanza dei dialetti, una contaminazione linguistica dagli eetti stranianti che coinvolgono quasi lo spettatore nella rappresentazione, assemblando inoltre testo, mimica recitativa e performance sica, n quasi alla danza, così da creare nuovo signicato alla singolare contingenza del transito scenico. Una prova interessante, per scrittura, prossemica e anche ambiente musicale, una ricerca che è ancora un farsi che per sua stessa natura appare sospeso nella sua stessa impossibilità a rintracciare una conclusione, che non sia una sua traumatica rescissione.

Maria Dolores Pesce- Dramma.it

“..È una creazione in bianco e nero che suggerisce una possibilmente innita molteplicità: di prospettive, di dialetti, di materiali usati, di consistenze sceniche e performative. In equilibrio tra istrionismo e incanto infantile, Casertano abita uno spazio multi-prospettico in cui le invenzioni e i riferimenti di senso sono senza posa e con forza ricondotti all’alveo teatrale: è come entrare in una bottega artigiana, assistere a questo spettacolo processuale in cui ogni segno è osteso. Una creazione pensosa e al contempo ariosa, come il respiro che fa impercettibilmente vibrare le sagomine di carta leggera appese a un lo, a fondo scena…..”

Michele Pascarella- gagarin-magazin.it

 

 

Bernardo Casertano attore, regista e autore, nato a Caserta, si diploma presso l’Accademia del Teatro dei Cocci a Roma. Si forma e lavora: Odin Teatret di Eugenio Barba, compagnia Dynamis, Giancarlo Sepe, Danio Manfredini, Roberto Latini, Ilaria Drago, Anton Milenin, Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco (compagnia Sud Costa occidentale di Emma Dante), Roberto Castello, Muta Imago, Kevin Crawford (Roy Hart Theatre), Jean Paul Denizon, Francesco Villano. Dirige e interpreta “Dino” -da “Il re del plagio” di Fabreal Festival “Testimonianze ricerca azioni” Teatro Akropolis di Genova, all’International Theatre Forum "Alter Ego” Soa (Bulgaria), primo lavoro di una trilogia sulla “Condizione umana”; seguirà “Caligola-Assolo.1”, dal “Caligola” di Camus con cui apre il Festival Todi O e il Festival Opera Prima a Rovigo, vincendo “IN METAMORFOSI - Residenze per la ricerca teatrale 2019”. Charta è l’ultimo tassello che completa la trilogia, da Aabulazione di Pasolini e Pinocchio di Collodi nella trasposizione di Carmelo Bene, metafora farsesca sulla genitorialità. E’ vincitore del bando cura 2024 con il progetto “Che bu saremo se non ci avranno nemmeno avvisati” sostento da Elsinor produzioni teatrali/Teatro Cantiere Florida , Teatro Akropolis, Fortezza Est.

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